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SPLIT PAYMENT, SI SCHIERANO CONTRO ANCHE COMMERCIO E IMPRESE

(pubblicato il 05/02/2015)

E’ il caso, per esempio, dell’Associazione commercianti di Vicenza: «Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto dai nostri associati numerose richieste per la sospensione dello split payment» spiega in un servizio pubblicato sul sito di Confcommercio Ernesto Boschiero, direttore dell’Ascom vicentina «con il nuovo sistema infatti l'impresa non incasserà più l'iva sulle fatture emesse allo Stato ma dovrà però pagarla sui beni e servizi acquistati». Le imprese, di conseguenza, matureranno crediti consistenti nei confronti dell'Erario senza però avere garanzie sui tempi con cui Stato rimborserà. «Lo split payment va bloccato» è la conclusione di Boschiero «oppure modificato in modo sostanziale, perché non metta in difficoltà le imprese».
 
Stessa insofferenza in casa di Confindustria Cuneo, che nei giorni scorsi ha condotto un sondaggio tra gli associati per raccogliere i loro pareri su split payment e reverse charge, altra novità della Legge di Stabilità che replica lo stesso meccanismo nei rapporti tra gdo e loro fornitori. Il 52% delle imprese cuneesi, in particolare, sostiene che in caso di applicazione delle nuove norme dovrà ridurre il personale, il 53% sarà forse costretto a ritardare il pagamento dei salari e il 40% paventa una cessazione dell’attività. «Le nostre imprese sono sul piede di guerra» spiega in un articolo pubblicato su Gdonews il presidente della Confindustria provinciale, Franco Biraghi «quelle che il Governo spaccia come misure contro l’evasione fiscale in realtà non sono altro che un prestito forzoso e senza interessi. Si tratta di uno dei peggiori provvedimenti che il sistema industriale e dei servizi abbia dovuto subire negli ultimi anni».
 
Intanto in tema di split payment è intervenuto nei giorni scorsi anche il ministero delle Finanze, con una circolare applicativa destinata alla pubblica amministrazione che non fornisce nessun chiarimento ai dubbi delle farmacie. In aiuto delle imprese potrebbe allora venire l’Europa, che sui due meccanismi deve dare luce verde in virtù delle riserve comunitarie. E il clima non è dei più favorevoli per Roma: secondo anticipazioni del Sole 24 Ore, infatti, Bruxelles sarebbe già orientata a bocciare il reverse charge; sullo split payment invece il parere dovrebbe arrivare per marzo, ma se fosse no sul primo sarebbe difficile il sì sul secondo.